maurizio gramolini
Note musicali...storie, racconti, romanzi. immagini & suggestioni varie
venerdì 28 giugno 2013
Nuova data Rockin' Loud
Ci siamo.
7 Luglio - ore 22 - Rockin' Loud Live@ Festa Alpina - Centro Sportivo - via Piave 4 . Busnago
giovedì 6 giugno 2013
Rockin' Loud - Nuova data sabato 15 giugno
Sabato 15 giugno - Spirano Street Beer Festival - Mafalda Pub - via Merisi 18 - Spirano Bergamo
ROCK'N'ROLL !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
venerdì 31 maggio 2013
La semplicità del genio
A volte ci sforziamo e ci rompiamo la testa cercando di creare qualcosa che comunichi agli altri un concetto, una sensazione o che susciti uno stato d'animo, un'immagine.
E nel farlo cerchiamo di mettere in campo tutti i nostri mezzi a disposizione, tecnici e creativi, cercando disperatamente nuovi modi, nuovi sentieri, nuove strade, originali...mai battuti prima.
Ma sfortunatamente il vero genio è spesso insito nella spontaneità e nella semplicità.
Ascoltavo questi due brani, e ascoltandoli mi rendevo conto di quanto riescano a trasmettere con poco.
Midnight - Jimi Hendrix - Dall'album "War Heroes" (1972), uscito postumo, uno dei pochi brani strumentali di Jimi. Chitarra, basso, batteria. Senza sovraincisioni, così...diretta.
Eppure narra perfettamente il panorama a "mezzanotte" in una grande metropoli, su marciapiedi ancora lucidi di pioggia e pieni di pozzanghere. La chitarra si districa tra i vicoli, parla, racconta, cresce di tono e di intensità per poi calare, quasi a ritirarsi al presentarsi dell'alba.
http://www.youtube.com/watch?v=ixfvdCkYvEs
Song of the wind - Santana - dall'album "Caravanserai" (1972) altro brano strumentale. Una grande band nel pieno della creatività.
Ci regalano un viaggio tra le dune del deserto, con la semplicità di due, dicasi due accordi, un viaggio visto dalla prospettiva del vento, le sferzate dell organo Hammond ad imitare le raffiche più forti, mentre le chitarre di Carlos Santana e Neal Schon disegnano arabeschi sulla sabbia, sembra quasi di sentire addosso l'alito caldo del vento.
http://www.youtube.com/watch?v=mdEICfX470Q
mercoledì 29 maggio 2013
Diario Carioca
lunedì 27 maggio 2013
L'abbiamo fatto di nuovo!!!!
Per chi ha letto il mio libro "Fotografie da una vita tranquilla"...l'abbiamo fatto di nuovo!!!
Evviva!!! Che coglioni che siamo!!! Evviva!!!
Il terzo trasloco in un decennio, senza contare il trasferimento dell'Olandese dalla Toscana, che bravi!!! Evviva.
Ebbene sì. Da non credere. Abbiamo cambiato casa.
La casa vecchia era su tre livelli, interrato, piano terra, primo piano, e sia io che l'Olandese, lei per suo padre, io per i miei, abbiamo ben visto cosa succede ad una certa età quando hai la cucina al piano terra e la camera da letto di sopra...
Quindi, nel peggior periodo di crisi dal dopoguerra ad oggi abbiamo deciso di vendere, ampliare il mutuo che già avevamo (hip hip hurrà!!), rompere il porcellino e comprare un'altra casa.
Circostanze economiche che definire disastrose è un eufemismo, la peggior primavera degli ultimi tre secoli ottimamente posizionata a supporto del trasloco...come sempre le similitudini e il ripetersi dei cicli storici ci accompagnano incredibilmente.
Nel 2003 traslocammo nell'estate più calda di sempre, e con l'Olandese appena operata al ginocchio.
Nel 2005 traslocammo in un inverno disastroso con 70 cm di neve.
Nel 2013 abbiamo traslocato con l'Olandese con la gamba bloccata da un infortunio con infiammazione del tendine rotuleo, e la primavera che non c'è....beh, quella la potete vedere anche voi.
A volte comincio quasi a pensare che sia colpa nostra...la crisi economica, il meteo da record...non so...non abbiatene con noi.
Comunque e' fatta. Siamo nella casa nuova. Nuotiamo negli scatoloni, ma dal 2 maggio siamo lì.
E ora giuro, anzi abbiamo giurato tutti e due, che questo è stato l'ultimo trasloco.
Forse dovrei scrivere la seconda parte del libro...voi che dite?
Sono già passati tre anni....
Da quando i miei se ne sono andati, col botto.
Lui il 4 maggio, lei il nove maggio 2010, lei stava benone, ma ha voluto seguirlo.
Furono giorni terribili, e terribilmente poetici per la vicenda di Enzo & Mayda.
Si erano sposati il 12 maggio del 1956 e il 12 maggio del 2010 è stato il giorno in cui le loro due urne sono state riunite in unico
loculo. Da brivido, vero?
Sulla lapide ho fatto mettere due loro ritratti a colori, scattati da me in un ventoso settembre del 1977 sulla spiaggia di San Vincenzo, in Toscana. Erano sorridenti e sereni in quelle foto.
Avevano sempre vissuto in simbiosi, uno per l'altra. Negli ultimi sei mesi della sua vita mio padre, vista la costante presenza e gli sforzi che facevo per aiutarli, era diventato più sereno, consapevole che se se ne fosse andato, io avrei badato alla sua amata Mayda.
Quando ho svuotato la loro casa per venderla, ho trovato un biglietto di auguri scritto da mio padre a mia madre per il loro anniversario di matrimonio, qualche anno prima; diceva più o meno così: "Ti ricordi il 12 maggio del 1956, e ti ricordi di quella valigia dimenticata in un taxi tramite la quale ci siamo conosciuti? Spero di tenerti compagnia per un altro po. Enzo"
E il legame era così forte che quando lui se ne stava andando, lei, che non sapeva della sua morte, iniziò a sentirsi male.
Una storia straordinaria.
Da allora io sogno costantemente sia mia madre che mio padre, ogni notte, senza eccezioni.
Non ricordo molto dei sogni, purtroppo. A volte mio padre mi appare come era nei suoi ultimi giorni di vita, appoggiato ad un deambulatore, confuso e stanco di vivere, altre volte lo vedo come era a cinquant'anni, nel pieno della maturità della sua vita, dinamico, in carriera, sempre in movimento. Mia madre la sogno meno spesso. Forse perché la sua morte è stata più imprevista, più difficile e con più sofferenza.
E forse anche perché dopo tre giorni di agonia, mi sono sentito il dovere di parlarle, da solo, e dirle: "Mamma, lasciati andare, non soffrire più, papà è già andato e ti aspetta (Lei non aveva fatto in tempo a sapere che era morto)" e lei due ore dopo era morta.
E forse ancora adesso faccio fatica a confrontarmi con questa scelta di parlarle e dirle di lasciarsi andare, ancora mi angoscia averlo dovuto fare, ma soffriva troppo, battito a 220 per tre giorni, maschera a ossigeno a succhiare quel poco di aria che i suoi polmoni le consentivano di acquisire...eppure, ancora faccio fatica a confrontarmi con quell'episodio.
E in ogni caso, una cosa ricordo dei sogni, come era nella vita reale, ero sempre io che andavo da loro a chiedere un consiglio, un parere, un conforto. Quando se ne vanno, ci si sente soli anche a cinquant'anni, credo a qualsiasi età.
Come nascono le passioni
E' interessante scoprire le origini di una passione, specialmente quando consentono un flash (back) su un periodo passato.
In casa mia la musica l'ha sempre fatta da padrona, sia mio padre che mia madre, pur non suonando nessuno strumento, hanno sempre "consumato musica".
Basti dire che verso il 1962 mio padre acquistò un giradischi stereo, in forma di fono valigia, completo di due casse che si integravano nel coperchio per chiudere il tutto!!!
E dischi d'epoca, di ogni genere, dalla musica classica, alla lirica, al jazz, colonne sonore (Ennio Morricone su tutti), Burt Bacharach, e la musica leggera italiana dell'epoca.
E io ero entusiasta della musica, e ne ascoltavo in continuazione.
Alle elementari ebbi la fortuna di avere una maestra proveniente da una scuola sperimentale, che in classe faceva ascoltare brani di musica classica e poi chiedeva di scrivere un tema sulle sensazioni che suscitava la musica, e forse qui è nata la mia passione per scrivere, ma di questo magari ne parlerò in un altro post.
La musica mi piaceva e mi prendeva già tantissimo, e infatti mi feci regalare un mangiadischi, che portavo sempre con me insieme ai miei fidati 45 giri dell'epoca e una scorta di pile.
Verso la prima media a casa di mio cugino misi mano per la prima volta a una chitarra, acustica naturalmente, e chiesi ai miei genitori di prenderne una anche a me.
Così cominciai a suonare, a casaccio, ma con passione e in continuazione.
Mio padre, buonanima, stufo di sentire quello scempio, mi mandò a lezione da un ragazzo che suonava in un gruppo e che con cinque lezioni ben assestate mi insegnò ad accordare la chitarra, (che fatica...) e i primi accordi (giro di do), ma, soprattutto mi fece provare la sua chitarra elettrica, una Fender Stratocaster con un Fender combo valvolare.
Ricorderò per sempre la sensazione estatica di suonare per la prima volta una chitarra elettrica, con riverbero e tremolo, a volume devastante, arpeggiando House of the rising sun...con un suono pulitissimo, cristallino e definito.
Da quel momento capiì che volevo una chitarra elettrica.
E visto che disponibile non c'era, mi ingegnai a costruirne una: presi il famoso giradischi di mio padre, staccai il pickup microfonico dalla puntina, allungai il filo collegato al pickup e lo piazzai sotto le corde della mia chitarra acustica Eko, ottenendo un improbabile suono elettrico proveniente dalle casse del giradischi di mio padre.
A quel punto mio padre capì che non aveva scampo e, sempre più buonanima, mi portò alle Messaggerie Musicali in corso Vittorio Emanuele a Milano e mi comprò una Eko semiacustica, imitazione della Gibson 335, con leva tipo Bigsby e un ampli Urano da 10 Watt con il tremolo.
Iniziai così a rompere i timpani, e gli zebedei a tutti... e nei week end prendevo chitarra e ampli, salivo in autobus, e andavo da mio cugino, che nel frattempo aveva preso un elettrica anche lui, imitazione Stratocaster rossa, un distorsore con wha wha integrato e un amplificatore grande come una radio.
Quella fu la prima band, con me e mio cugino alle chitarre elettriche e l'altro mio cugino alla batteria formata da fustini di Dixan e scatole di polistirolo con dentro elementi in metallo che facevano un casino d'inferno.
Erano gli anni di uscita dei capolavori del rock, Machine Head dei Deep Purple, ad esempio, e noi ci si cimentava in improbabili versioni di Smoke on the water, e ascoltato il primo disco dei Black Sabbath, rovinammo anche Paranoid. E via rovinando...
Ma che voglia, che passione...
Quando non suonavo con i cuginos, (a proposito, mio cugino si è poi diplomato in chitarra, non è rimasto un musicante da quattro soldi come me) mi chiudevo in casa, con il nuovo giradischi che mi avevano regalato, ascoltavo e provavo a replicare gli eroi dell'epoca, rimasti tali per me anche oggi: Alvin Lee (Ten Years After), Hendrix, Blackmore, Jimmy Page.
Passavo ore e ore a provare, rallentando i dischi da 33 a 16 giri per cercare di capire come diavolo facevano....
E quella passione non è mai cessata. Oggi a 55 anni (quasi) suonati, e forse un po' suonato anch'io, dopo vent'anni con una band, tre dischi, diverse centinaia di concerti, ancora suono, con mio figlio, e proprio non riesco a smettere.
Chudo la rievocazione con un episodio: il mio primo ampli serio fu un Tekson, full stack, testata a transistor da 130 watt e due casse 4x12, una roba grande come un frigorifero grande, acquistato a caro prezzo da un turnista che lo vendeva.
Annunciai ai miei che andavo a prenderlo, leggendo nei loro occhi una certa, e giusta, preoccupazione, pur non sapendo bene di cosa si trattasse.
Arrivato a casa, scaricai l'ampli dall'ascensore e suonai alla porta di casa mia con la testata in mano.
Aprì mio padre, che vista la testata disse "accidenti quanto è grosso..." senza guardarlo negli occhi posai in casa la testata,gli dissi, "aspetta..." e presi la prima delle due casse. Mi guardò esterrefatto. Posai la cassa in terra e gli dissi, con voce fioca, "aspetta..." e presi la seconda cassa...
Non ripeterò quello che mi disse, ma alla fine, come sempre, mi incoraggiò e accettò la sventura di buon grado.
Tempi eroici.
Se avete voglia di commentare o raccontare le vostre esperienze, mi farebbe piacere.
venerdì 17 maggio 2013
Quando se ne vanno i tuoi miti...II parte
E il 6 marzo di quest'anno ci ha lasciato anche Alvin Lee.
Chitarrista iconico degli anni 70, simbolo dell'estate di Woodstock nel 1969, quando con la sua band, i Ten Years After, si esibì nella performance incendiaria degli 11 e rotti minuti di "I'm going home", a seguito della quale venne definito il chitarrista più veloce del mondo.
Ma Alvin era molto di più. I Ten Years After emerserò nella Swinging London degli anni 60, con una devastante miscela di blues, jazz e rock che nessun altro gruppo poteva vantare. Grandi capacità tecniche di tutta la band, con Alvin, frontman, cantante, leader e chitarrista eccelso. Ricordo ancora, quando per la prima volta qualcuno mi fece ascoltare i Ten Years After...ne rimasi sconvolto e fu anche l'inizio del mio duro lavoro personale sulla chitarra per cercare di avvicinarmi a queste sonorità e a queste capacità chitarristiche. Facevo la seconda media e consumai il vinile dei miei trentatre giri, facendoli spesso suonare a 16 giri, per cercare di carpire il segreto della magia di quest'uomo (e di diversi altri piuttosto bravini, Hendrix, Jimmy Page, Santana, Jeff Beck e via dicendo...).
Ma Alvin per me è stato amore al primo ascolto, e ci ho sempre provato, anche oggi ci provo, senza successo.
Qualche volta me lo sono sognato di notte, sperando che mi spiegasse come faceva. E negli anni 80 ho avuto il piacere di vedere Alvin Lee dal vivo, a Milano, al Rolling Stone, da non più di due o tre metri, attaccato alle transenne. Una band da sogno, Alvin Lee con la sezione ritmica di Crosby, Stills, Nash & Young, e ospite d'eccezione Mick Taylor (ex Rolling Stone). Un concerto che non dimenticherò mai, con Alvin che ci ha servito di barba e capelli, cullandoci con blues sussurati, con bruschi risvegli hard rock, concludendo la serata con l'immancabile I'm going home in versione da oltre 15 minuti.
Che dire...addio Alvin, continuerò a provarci, immaginando te che sorridi alla mia testardaggine nell'emulare una leggenda.
Per chi non lo conosce:
https://www.youtube.com/watch?v=bW5M5xljdCI
Quando se ne vanno i tuoi miti....
E' con colpevole ritardo che posto un ricordo di due grandi che mi hanno accompagnato da sempre nella mia passione musicale.
Il 6 febbraio 2011 ci ha lasciato Gary Moore, chitarrista e musicista straordinario.
Pochi, e forse nessun altro, hanno saputo coniugare come lui la straordinaria capacità tecnica alla chitarra alla pura emotività che riusciva a trasmettere con le sue canzoni. Un grande autore di brani che vanno dal hard rock più energico, al rock progressivo più complesso e pirotecnico nella sua parentesi con i Colosseum II, alle ballate romantiche e ai brani strumentali piu' coinvolgenti , fino alla parentesi blues di questi ultimi anni. Uno straordinario artista capace di trasmettere fuoco, passione, poesia ed emotività in ogni brano e in ogni esibizione live.
Al dispiacere per la perdita di un grande artista, si aggiunge un grande rimpianto, circa un anno prima che morisse, mio figlio acquistò i biglietti per andare a vedere Gary Moore, e mi chiese se volevo andare. Risposi di no, avevo già molto suo materiale live e sarei magari andato in un prossimo concerto a Milano....
Purtroppo Gary ora suona con gli angeli.
http://www.youtube.com/watch?v=8dE7pRyKeng
"Like angels" Gary Moore.
In every heart a story is told.
There's a way you can believe in forever.
In every life the story unfolds,
like a mystery for you to see
and tear away the mask.
Hold on to your dreams,
learn how to fly like angels.
Hold on to your dreams,
soaring above, wings of love.
In every tear a lesson to learn.
There's a way you can believe in forever.
Time never hears the reasons we give.
It just marches on until it's gone,
forever and a day.
Hold on to your dreams,
learn how to fly like angels.
Hold on to your dreams,
soaring above, wings of love.
Hold on to your dreams,
learn how to fly like angels.
Hold on to your dreams,
soaring above, wings of love.
Hold on to your dreams,
learn how to fly like angels.
Soaring high above,
wings made from love.
sabato 27 aprile 2013
Rock'n'Roll Radio intervista i Rockin' Loud - Lunedì 29 aprile ore 21 su www.rocknrollradio.it
Su http://www.rocknrollradio.it/
i DJ di Rock'n'Roll Radio e di RockTv intervistano i Rockin' Loud con presentazione di alcuni brani originali live dall'ultimo concerto come opening act per Pino Scotto all'Amigdala Theatre di Trezzo.
Su http://www.rocknrollradio.it/ - lunedì 29 aprile ore 21 -
"STE, TATO & IVANOVICH / LA GRANDE TRUFFA DEL ROCK"
martedì 23 aprile 2013
Rockin' Loud Live @ Amigdala 12 aprile 2013 opening for Pino Scotto band - video
Sul nostro myspace: http://www.myspace.com/video/rid/111921409
oppure direttamente sul nostro canale youtube: http://www.youtube.com/watch?v=vIF7BIofHBI
mercoledì 17 aprile 2013
domenica 14 aprile 2013
PINO SCOTTO - ROCKIN'LOUD - CRAZY ROCK TV NIGHT RAINBOW GUATEMALA
Solo per ringraziare chi c'era e testimoniare la grande cortesia ed affabilità di Pino Scotto, Tato e Teo Roncalli di RockTv, del grande Marzio Ker della Kee Marcello Band e di tutti coloro che hanno contribuito alla serata.
Una grande serata, un grande esordio per il nostro nuovo frontman Luca Stefanoni.
Appena possibile...foto, foto, foto!!!!!
martedì 19 marzo 2013
PINO SCOTTO - ROCKIN'LOUD - CRAZY ROCK TV NIGHT RAINBOW GUATEMALA
Sì, avete letto bene...
I Rockin' Loud sono onorati di aprire la serata di Pino Scotto all'Amigdala Theatre di Trezzo sull'Adda - Viale Lombardia venerdì 12 aprile 2013.
Una grande serata a tutto rock!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ste e Tato e Teo Roncalli presentano una serata a tutto Rock e beneficenza:
PINO SCOTTO Live con una band inedita
ROCKIN'LOUD Live
CRAZY TEAM DJ set
Parte dell'incasso sarà devoluto a RAINBOW GUATEMALA , associazione con cui collabora Pino Scotto.
- Ingresso 7 euro
- Ingresso in lista 5 euro
- Volendo dalle 20 alle 22.30: PIZZA+BIRRA/BIBITA+CAFFE=10 €
- Inizio concerti H 22.30
Per liste:
340.516.2703
349.645.9657
venerdì 11 gennaio 2013
19 gennaio 2013 Rockin' Loud Live @ Arci Bonate Sotto con Glisson Road
Sabato 19 gennaio
ARCI Bonate Sotto
via Vittorio Veneto 11, Bonate Sotto
24040 Bergamo
ore 21:30
Rockin' Loud + Glissom Road
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